C’era una volta una Ballerina e un istruttore di Delfini.

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Recentemente, il mio primo figlio, guardando il suo certificato di nascita inglese, mi disse ” Che figata avere un certificato di nascita nel quale è scritto: occupazione padre: Dolphin trainer (istruttore di delfini), e occupazione madre: Choreographer (coreografa)”.

Effettivamente…

Alcuni giorni più tardi, leggo un posto sul seguitissimo blog di Maria Rosaria Iuliucci (cammina nel sole) intitolato: “Da soli non si va da nessuna parte”, un testo che mi ha fatto riflettere molto, perché le sue parole mi hanno proiettato nel passato, nel ricordare il mio incontro tra: la Ballerina Coreografa e l’istruttore di Delfini, il mio diamante grezzo.

Maria Rosaria scrive: “Guardatevi intorno…ognuno di noi ha un diamante grezzo da scoprire…quel diamante che è in tutti noi e fuori di noi…quel diamante con cui vibrare per crescere…evolvere… migliorare…Sono coloro che vi vogliono bene che danno colore alla vostra giornata che vi accolgono senza giudizio…che tollerano e che sono eternamente GRATI alla vita …Chiedete alla Fonte divina  di incontrarli…ARRICCHITEVI della loro presenza…della loro esistenza…solo cosi quel diamante grezzo che è dentro di voi e ancora tace …potrà ricordarsi di esistere…. E insieme tenendovi per mano…imparerete a brillare e tenderete alla luce che tutto illumina e tutto ingloba …insieme diventerete PURI…DA SOLI NON SI VA DA NESSUNA PARTE…”

Grazie Rosy di avermi offerto un spazio per scrivere sul tuo blog www.camminanelsole.com  e di aver condiviso un tuo pensiero per farci ricordare quello che spesso dimentichiamo, ovvero: il dono che l’incontro con alcune persone “speciali” possono regalarci,  perché si, è proprio vero – da soli non si va da nessuna parte.

Detto questo, mi farebbe piacere condividere con voi questo brano del mio libro “ La rivoluzione Interiore, vivendo sotto l’occhio della tigre” che parla proprio dell’incontro con qualcuno molto speciale.

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Gardaland 1991

*“ Possiamo vedere i delfini?” Guardò il suo orologio con impazienza e disse: “ Va bene, ma fate in fretta perché sono in ritardo per un appuntamento”. Quest’uomo non sembrava minimamente impressionato dal fatto che un gruppo di ballerine inglesi volesse visitare il suo delfinario e frettolosamente ci mostrò la piscina, dove tre delfini nuotavano silenziosi nell’acqua trasparente. Nessuno di noi aveva mai visto questi meravigliosi animali da cosi vicino, con le loro espressioni apparentemente sorridenti, sfidando la tragedia del loro imprigionamento forzato in una gabbia dorata, destinati a dare spettacolo per il divertimento di noi uomini. Ero in piedi sul bordo della vasca, quando il delfino maschio più anziano del gruppo arrivò davanti a me e con un movimento della testa fece volare miglia di gocce di acqua. Il tempo sembrava essersi fermato. Ero stata annaffiata della testa ai piedi e tutti scoppiarono a ridere, mentre io ero ferma e incredula, con le braccia aperte come uno spaventa-passeri.

“ dovresti andare a cambiarti subito e lavare bene i vestiti, è acqua salata e macchia tutto se la lasci asciugare”, mi disse l’istruttore con un sguardo divertito.

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Marzo 1997

L’istruttore dei delfini era considerato uno degli uomini più interessanti nel parco. Single, bello e atletico, affascinava il pubblico con i suoi numeri acrobatici con i delfini. Era molto ambito dalle addette del parco e…anche dalle mie ballerine. Una in particolare, soprannominata Barbie per la sua somiglianza con la famosa bambola, sperava di ricevere un invito per uscire con lui, ma, nonostante il suo atteggiamento malizioso, l’istruttore non dimostrò alcun interesse e continuò a invitarci tutte a ballare. Poi una sera fece la sua mossa. Eravamo andati a prendere delle pizze da portare a casa e, mentre aspettavamo, lo guardai con attenzione per la prima volta. Aveva un bel senso dell’umorismo, era simpatico e aveva una risata contagiosa. Trovai la sua compagnia divertente e rilassante.

Dopo poco tempo, aspettando il turno per pagare, improvvisamente si volse verso di me facendo una domanda assai cruciale: “ Dimmi un po’, sposerai quell’uomo che viene sempre a trovarti?” La domanda così diretta, mi prese totalmente in contropiede e per qualche motivo lo fissai diritto negli occhi e risposi di no. Mentre stavamo in piedi, l’uno davanti all’altro, qualcosa si muoveva nell’aria, come se un piano misterioso volesse svelarsi. Se la prima domanda era diretta, la seconda fu ancora sorprendente: “ Ti piacciono i bambini?” mi chiese timidamente. “Sì”, risposi. Sempre più incuriosita, domandai “Perché?” In quel momento arrivarono le nostre pizze e, pagando mi guardò da sopra le scatole e con gli occhi sorridenti mi rispose: “ Bene, allora ti sposerò io”.

22 Dicembre 1990

L’atmosfera elettrizzante svani improvvisamente come una bolla di sapone ed io scoppiai a ridere. “Ma se non mi conosci nemmeno”, esclamai divertita, “Tu credi?” Invece io ti conosco”, mi disse prendendomi il braccio per andare via. A quei tempi la sua risposta sembrò ridicola, ma oggi so la verità. Anche se i suoi occhi non mi avevano riconosciuto, nel profondo del suo cuore lui sapevo chi ero.

Quella sera mi portò al lago, dove la luna piena si specchiava nell’acqua scura e silenziosa. Parlammo per ore, come vecchi amici che si erano ritrovati e poi, con tanta dolcezza, si chinò verso di me per baciarmi. In quel momento mi sentii come quando si posa l’ultimo pezzo di un puzzle, un quadro perfetto.  Mi sentivo come quando si torna a casa dopo un lunghissimo viaggio.*

Ed eccomi qua, ventisei anni più tardi a condividere con voi.

 

Caroline Mary Moore

 

*brano del libro “La rivoluzione interiore – vivendo sotto l’occhio della tigre”.

 

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3 Risposte

  1. Silvia scrive:

    Meravigliosa storia, toccante… le anime si riconoscono di primo acchito.
    L’amore cavalga le onde del tempo, oltrepassando ogni regola del mondo.
    Alla prossima! Silvia

  2. Silvia scrive:

    errata corrige: cavalca… scusa…

  3. si, sento che il nostro è stato un incontro di anime, sono molto grata per il nostro incontro e la vita che condividiamo insieme. Grazie

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